Nella giornata di lunedì 24 settembre 2018, intorno alle dieci di sera, è divampato sul monte pisano un incendio che si è esteso per tutta la notte e ha tenuto impegnati i vigili del fuoco anche nelle giornate di martedì 25 e mercoledì 26. L’origine dell’incendio, dovuta a diversi focolai sparsi per il monte, è con molta probabilità di natura dolosa e sono ancora aperte le indagini per individuare il colpevole, tanto che è stata posta una taglia di €2.000 su di lui.
L’ INIZIO
Il tutto è cominciato lunedì 24 settembre, con un incendio che ha preso sempre più spazio partendo da Calci, un piccolo paesino in provincia di Pisa conosciuto soprattutto per la Certosa (ex-monastero certosino), e destinato poi ad espandersi per il monte alle sue spalle, il Monte Serra. L’incendio si è proteso per tutta la giornata del giorno successivo, dove ha visto il massimo della sua criticità, e per altri due giorni seguenti. Dalle prime ore del mattino, sono stati impegnati anche cinque Canadair e un elicottero S64, ma gli sforzi dei mezzi e dei vigili del fuoco hanno dovuto fronteggiarsi con il forte vento (raffiche fino a 80km/h) che impediva di domare le fiamme. Nel pomeriggio di martedì 25 settembre è stato inoltre chiuso l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa per permettere ai mezzi impiegati una maggiore viabilità aerea senza intralci.
CONSEGUENZE: DANNI E DISAGI
Gli abitanti di Calci, e non solo, che sono stati invitati ad allontanarsi dalla proprie abitazioni sono 700, gran parte dei quali hanno trovato alloggio da parenti e amici ma che hanno potuto contare anche sul tempestivo intervento del sindaco che ha messo subito a disposizione la palestra del piccolo comune pisano con alloggi improvvisati. L’incendio ha provocato disagi anche sulle linee stradali circostanti il monte dove numerose strade sono state chiuse per prevenire ulteriori problemi, incanalando così tutto il traffico sulla Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno; per non parlare inoltre del fumo che si è esteso per tutta la zona di Pisa e non, creando un’ aria irrespirabile per i cittadini.
Gli ettari andati in fumo sono più di mille, con una spesa danni di almeno 6milioni di euro ha raccontato poi il sindaco Massimiliano Ghimenti, spiegando agli sfollati che non sarebbero potuti rientrare nelle loro abitazioni almeno fino alle 9 di giovedì 27 settembre.
Grande disagio anche per l’aeroporto di Pisa, che è stato chiuso il pomeriggio di martedì e successivamente riaperto, ma poi ha visto la chiusura per l’intero giorno di mercoledì, dato che le fiamme continuavano a propagarsi.
L’UTILIZZO DEI DRONI PUO’ ESSERE UN VALIDO SUPPORTO?
I piccoli droni si stanno sempre più integrando con gli strumenti utilizzati dai Vigili del Fuoco nelle loro numerose attività.
L’utilizzo dei canadair per far fronte agli incendi può addirittura arrivare a costare €4.000 all’ora, spesa che può essere evitata se tale incendio è domabile da terra. Allo stesso tempo però, certi lavori possono risultare complicati per i Vigili del Fuoco, o per la locazione dell’incendio o magari per il poco spazio disponibile ai loro mezzi. I SAPR diventano un supporto determinante per validi motivi, sia per la prevenzione che per il monitoraggio post-incendio: il loro costo estremamente minore, il rischio nullo per le persone e gli operatori, i dati estremamente affidabili e di qualità rendono questi piccoli dispositivi a pilotaggio remoto un ottimo alleato per gli elicotteri della Forestale. Una delle peculiarità dei droni sta nel fatto che possono essere combinati con numerosi attrezzi e telecamere. DJI propone numerose telecamere con zoom che possono arrivare fino ad un 30x, ideali per ispezioni dettagliate dall’alto, o telecamere multispettrali che fornisco addirittura dettagli sulle malattie delle piante. A seguito di un incendio boschivo, come nel caso di Pisa e del Monte Serra, è possibile inoltre visionare le condizioni della zona interessata dall’incendio e della relativa flora e fauna, per stabilire poi con le autorità competenti come agire per risanare il territorio.
Un ulteriore punto a favore dei droni, riguarda la nuova DJI Zenmuse XT2. Zenmuse XT2 è una potente termocamera che trasforma i dati calcolati in informazioni utili. E’ formata da una termocamera radiometrica FLIR con una videocamera 4k per consentire una visione live delle riprese agli operatori mentre il drone è in volo e di visualizzare dati termici. Grazie alle funzionalità intelligenti integrate, gli operatori professionali di droni possono utilizzare la tecnologia MSX FLIR per unire dati visivi e di temperatura in un’unica immagine, consentendo ai piloti di identificare facilmente gli oggetti di interesse. Le esclusive funzioni Spotlight Pro di DJI consentono agli operatori di concentrarsi sulle operazioni di volo sicure mentre la fotocamera registra automaticamente un oggetto attraverso due modalità di volo intelligenti: QuickTrack, che centra la fotocamera sull’area selezionata, e HeatTrack, che traccia automaticamente l’oggetto più caldo in vista. La funzione Allarme temperatura inoltre interpreta i dati termici in tempo reale e avvisa gli operatori dei droni quando la temperatura di un oggetto supera le soglie critiche.
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