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Gianni Martinelli

Attentato al Capo di Stato venezuelano con Droni Esplosivi

Durante la parata militare a Caracas, per l’81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale, due droni carichi di esplosivi sono esplosi, fallendo l’attentato contro il leader venezuelano Nicolas Maduro e provocando sette feriti. La risposta del presidente, in carica da aprile 2013 non è tardata ad arrivare: ha assicurato sulla sua salute il proprio popolo ed ha puntato subito il dito contro la Colombia:” Oggi hanno cercato di uccidermi, non ho dubbi che dietro l’attentato ci sia il nome di Juan Manuel Santos”.

LA DINAMICA

Il presidente venezuelano stava tenendo il suo discorso alla nazione anche in diretta televisiva quando, improvvisamente, l’audio è saltato e le immagini si sono spostate in un primo momento sulla parata militare per poi successivamente interrompersi definitivamente. Chi era presente ha raccontato di due forti esplosioni in aria, lontane dal palco dove Maduro stava tenendo il discorso, causando il ferimento di sette persone. Qualche minuto più tardi il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, ha chiarito la situazione in diretta tv, confermando che si è trattato di un attentato:” Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull’Avenida Bolivar di Caracas, si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali”.


COME FUNZIONANO I DRONI DELL’ATTENTATO A MADURO

Un attacco amatoriale, ma dalle potenzialità allarmanti. I droni utilizzati sono due DJI MATRICE 600 caricati con 1kg di esplosivo nella scocca inferiore, che non sono riusciti a compiere la loro missione grazie al pronto intervento dei militari che hanno neutralizzato i dispositivi in volo. Il DJI M600 è considerato un drone di livello professionale, in quanto può sopportare sopra di se un carico relativamente pesante e può essere comandato fino a 5km di distanza. Il ricorso ai dispositivi a comando remoto per gesti simili è una realtà ben sperimentata: in Siria e in Iraq molte fazioni hanno nelle loro mani droni di dimensioni ridotte, pronti ad essere caricati di esplosivo, granate, o proiettili. Questi dispositivi sono facilmente rintracciabili sul mercato e con pochi dollari si costruisce un drone funzionante e letale, all’occorrenza pure resistenti all’acqua.

LA RIVENDICAZIONE DELL’ATTACCO

Poche ore dopo il tentato attacco, è giunta la rivendicazione di un gruppo sconosciuto che si fa chiamare “Soldati in camicia”. In un tweet il gruppo ha fatto sapere di voler mirare al presidente: “Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili […] Oggi non ha avuto successo ma è solo una questione di tempo”. Il tweet di questi “soldati”, che si definiscono patrioti, nazionalisti e istituzionalisti conclude poi con un appello al popolo venezuelano, invitandolo alla rivolta “per cercare la democrazia in una nazione sotto dittatura”. Nella notte sono stati confermati sei arresti presunti responsabili dell’attentato.

SISTEMI DI SICUREZZA ANTI-DRONE

In Italia è in commercio un sistema di sicurezza contro i droni, e noi di AlphaRobotix (in associazione con Dedrone, azienda europea leader di questo settore) siamo in prima posizione sulla fornitura di apparecchi “DroneTracker”. La soluzione Anti Drone è composta da una piattaforma automatica, integrata ed autonoma che identifica e fornisce contromisure alle potenziali minacce provenienti dall’uso improprio dei droni ed è monitorabile e gestibile attraverso una comoda interfaccia browser. Il software visualizza in continuazione informazioni in tempo reale sullo spazio aereo identificando i droni con la possibilità, inoltre, di attivare automaticamente misure difensive contro quelli potenzialmente ostili.

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